"Reportage di Viaggio" è la raccolta dei viaggi organizzati da Socchi Adriano, titolare dell'agenzia CULTURE LONTANE


Paesaggi forti

03.08.1990 15:31

Il nostro viaggio in Norvegia inizia da Andenes e si conclude ad Oslo. Andenes è la città più a nord dell’isola di Andoy, nell’arcipelago delle Vesteralen, da qui scenderemo verso sud con differenti mezzi di trasporto, dapprima in automobile, poi, in treno, in traghetto e persino a piedi. 

Nei febbrili giorni antecedenti la partenza ci si rassicurava, vicendevolmente, sulla destinazione scelta delle nostre, ormai prossime, vacanze. 
"E’ giusta?" "Troveremo bel tempo?" "Soffriremo il freddo? Ci ripetevamo fino alla noia queste ed altre domande. Come in tutti i viaggi ci voleva un po’ di fortuna e proprio nella sorte confidavo - avendo io spinto, più di altri, per andare in Norvegia - e così rassicuravo il gruppo che avremmo addirittura evitato la pioggia di Bergen, la città più piovosa al mondo. E invece…
I tre giorni di soggiorno a Bergen saranno funestati da 72 ore di pioggia ininterrotta, ben oltre ad ogni peggiore previsione, per non parlare delle nebbie del nord, tali e quali a quelle della nostra pianura padana, eppure quali e quanti sensi risveglia la poderosa natura norvegese con i suoi paesaggi forti.
Giunti a casa, chi più chi meno, tutti eravamo entusiasti dell’esperienza di viaggio vissuta. Personalmente la Norvegia è stata la nazione che ha fatto nascere in me un piccolo viaggiatore.

Paesaggi forti, dunque, ma non solo. Partendo alla volta della terra dei vichinghi quel che sorprende è la gente. I Norvegesi hanno un inaspettato cuore caldo a dispetto delle temperature e di quel che s’immagina senza averli conosciuti. Sì, forse, difficili da avvicinare, diffidenti verso il turista, ma soltanto all’inizio. 

A tal proposito mi riaffiora il ricordo di un intero pomeriggio trascorso in un pub di Andenes con il morale a terra per le avverse condizioni atmosferiche. Dovevamo salpare dal porticciolo per un’escursione in mare ad osservare da vicino le balene, ma la nebbia lo impedisce e, quel che è peggio, le previsioni meteorologiche per la settimana sono bruttissime. Chiediamo informazioni in svariati posti sperando che qualcuno, almeno qualcuno, non ci sconsigli di partire verso la meta del nostro viaggio: "il globo di Capo Nord", l’incanto del sole che non scende mai sotto la linea dell’orizzonte, il cosiddetto "sole di mezzanotte." L’ufficio del turismo, la stazione della polizia, il capitano del porto, il responsabile del pub, un’agenzia di viaggi, da tutti abbiamo un’unica identica e amara risposta: non andate troverete brutto tempo.
Sfumato l’obiettivo del viaggio, passiamo l’intero pomeriggio in un pub a ristudiare l’itinerario. Siamo poco sotto al 70° parallelo nord, fa freddo, c’è nebbia e pioviggina, ma tra infinite e inconcludenti discussioni conosciamo alcuni giovani del posto. La simpatia ci fa’ dimenticare il brutto tempo e Capo Nord. Così, ad Andenes, inizia il nostro viaggio. 
Nei giorni seguenti usufruiamo della loro disponibilità e compagnia per esplorare gli arcipelaghi delle Vesterålen e delle Lofoten e alla fine si riveleranno delle impareggiabili guide. In queste isole sembra davvero di essere in un paese delle favole, sarà per la nebbia, sarà per le storie raccontateci dai nostri compagni, chissà…, ma sembrano posti creati per sognare, luoghi da favola.
Quando lasciamo le isole il viaggio riserva, finalmente, belle giornate di sole. Percorriamo quella parte di paesaggio che più di tutte s’identifica con la Norvegia, ossia i fiordi. Sono centinaia, piccoli e grandi, e s’insinuano per migliaia di metri dal mare aperto fino ai monti. Un’immagine rimarrà indelebile se visiterete la Norvegia: le cime innevate che contrastano con il blu del mare, così come certamente non dimenticherete la freschezza e di purezza dell’aria. 
Percorriamo strade che sono un susseguirsi di curve e repentini cambi di pendenze, saliamo e sbarchiamo di continuo da lenti traghetti, mezzi di cui non si può fare meno per attraversare i fiordi, accorciando tragitto e tempi. Dai traghetti la visione dei fiordi è anche migliore che non dalla strada. Possenti cascate ci accompagnano per tutto il percorso. Siamo in treno quando vediamo una linea bianca correre lungo i prati verdi. Si tratta di pietre colorate di bianco poste in fila, una dopo l’altra, opportunamente messe ad indicare il 66°33’ di latitudine nord, ossia il circolare polare artico. Ci dicono che sul treno che proviene dalla parte opposta cioè da sud verso nord viene anche rilasciato un certificato che attesta il passaggio del circolo polare.
Il viaggio, tra un fiordo e l’altro, continua ora con un’escursione a piedi su qualche sperone roccioso per ammirare il panorama dei fiordi dall’alto, ora con una capatina a visitare qualche caratteristica chiesa di legno, e così chilometro dopo chilometro giungiamo a Bergen. 
Dopo giorni di bel tempo ci aspettano tre giorni di pioggia fitta e continua, ma la città si rivela lo stesso entusiasmante. E’ curioso osservare come tutta la gente, grandi e bambini, girino senza ombrello nonostante la pioggia battente, indossando semplicemente incerate o k-way e stivali di gomma di tutti i colori che rendono particolarmente ridicoli alcune donne e uomini d’affari. Imperdibile il mercato del pesce sul molo, una festa per quantità e specie, le case di legno e le strette viuzze del centro. Saliamo anche sulla funicolare, ma il panorama è offuscato dall’ignobile tempo.
Prima di arrivare ad Oslo è d’obbligo fermarsi a quell’icona cui ogni norvegese è legato, riportata su tutti i depliant dell’ente del turismo e sui cataloghi dei tour operator: il "Preikestolen", in altre parole il Pulpito. Dall’alto dei suoi 604 metri si ha un panorama grandioso sullo stretto fiordo di Lysefjord. Siamo fortunati, la giornata è stupenda e limpida a tal punto da permetterci di vedere persino il mare aperto. Lungo la camminata, di due ore circa, necessaria per raggiungerne la sommità si aprono viste magnifiche. Come già ho osservavo, questo è quanto uno si aspetta dalla terra dei vichinghi, una natura padrona e assoluta! 
Ma è un altro l’aspetto che mi ha colpito della Norvegia. Cercherò di spiegarvi le mie emozioni poiché nessuna guida potrà mai comunicarvi e trasmettervi quella sensazione, che la gente del posto riesce a trasmetterti, di far parte della loro terra, di far parte di quella natura eccezionale, un insieme di sensazioni che ho provato e sentito soltanto là, in Norvegia. Visitare la Norvegia è anche incontrare un popolo orgoglioso e fiero della sua storia, della sua terra. Si potrà obiettare: e chi non lo è? La differenza sostanziale e che per la gente di Norvegia la loro terra è la loro casa, il rispetto per la natura è totale. Nessun norvegese non butterebbe mai della spazzatura per terra in quanto la natura è la loro casa. Noi italiani rispettiamo la nostra casa e mai ci sogneremo di buttare dell’immondizia sul pavimento, mentre diversamente ci comportiamo, che so, in spiaggia o in montagna. Se buttate della carta per terra in Norvegia sarà come se la buttaste in casa di un norvegese. Siete avvertiti.
Il popolo norvegese è a torto creduto freddo e inospitale. E’ tutt’altro invece! La gente di Norvegia è affabile. Ne sono un’inconfutabile prova la condivisione vera e sentita per il mal tempo incontrato negli arcipelaghi, gli amici di Andenes, l’ospitalità ricevuta da una famiglia e dal villaggio intero di cui siamo stati ospiti. 
In questo villaggio, uno dei tanti dislocati lungo le sponde dei fiordi, immersi letteralmente nella natura, accecati dall’irreale verde brillante abbiamo scoperto un mondo diverso: l’insospettata cordialità del popolo norvegese, gli sguardi delicati e penetranti di un’umanità che vive per metà dell’anno con una natura ostile, che tuttavia ama. Qui non siamo stati solo ospiti, ma parte integrante della piccola comunità di pescatori. Non abbiamo mai avvertito alcun disagio e tanto meno ci siamo sentiti degli estranei o degli intrusi. Quanti indimenticabili flash: i dolci visi dei bambini, le bellissime ragazze che vendevano il pesce, giovani e anziani impegnati a pescare, persone che porteremo sempre nei nostri ricordi.

Infine, eccoci ad Oslo. Questo, purtroppo, sta a significare che Il viaggio volge verso il suo termine. Oslo la capitale norvegese è allo stesso tempo una metropoli e una landa selvaggia: grattacieli, night club, negozi di ogni genere, ma anche boschi, aria pulita e una vita balneare che non ha nulla da invidiare al Mediterraneo. Non credevo di trovare immacolate spiagge di sabbia, di vedere la gente fare il bagno e prendere il sole ad Oslo, in pieno Mar del Nord.

Norvegia, paesaggi forti, dunque, montagne dai fianchi ripidi lungo i bellissimi fiordi, cascate potenti e fragorose, ghiacciai maestosi, vasti altipiani, verdi vallate, aria pura, gente aperta e gentile… un viaggio che vale la pena fare. 

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